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dal 20 al 25 gennaio dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

AMORE

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uno spettacolo di Pippo Delbono

con Dolly Albertin, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella
musiche originali di Pedro Jóia e di autori vari
collaboratori artistici Joana Villaverde (scene), Elena Giampaoli (costumi), Orlando Bolognesi (luci), Tiago Bartolomeu Costa (consulenza letteraria)
suono Pietro Tirella, capo macchinista Enrico Zucchelli
regia Pippo Delbono

produzione Emilia Romagna Teatro ERT- Teatro Nazionale

Durata: 1 ora senza intervallo

«Che altro può una creatura se non amare tra creature, amare?
Amare e dimenticare, amare e amar male, amare, decisamente, amare?
Amare ciò che il mare trascina alla spiaggia, ciò che interra, ciò che, nella brezza marina, è sale, esigenza d’amore, ansia pura?
Amare l’inospitale, l’aspro, un vaso senza fiori, un suolo di ferro, un uccello rapace. Questo è il nostro destino: amare senza limiti. Amare la nostra carenza d’amore»

Carlos Drummond De Andrade

 

Il progetto nasce dall’incontro e dall’amicizia fra Pippo Delbono e il produttore teatrale italiano da anni attivo in Portogallo Renzo Barsotti e dal loro desiderio di realizzare insieme uno spettacolo sul Portogallo. Da qui inizia la ricerca sull’“amore” come sentimento, stato dell’anima. Un vero e proprio ingranaggio nell’organismo umano, che seleziona, sposta, frantuma e ricompone tutto ciò che vediamo, che sentiamo, tutto ciò che desideriamo.

Amore è un viaggio musicale e lirico attraverso una geografia esterna – oltre al Portogallo, l’Angola, Capo Verde – e una interna, quella delle corde dell’anima che vibrano al minimo colpo della vita. Le note sono quelle malinconiche del fado, che esplodono in slanci energici attraverso la voce dei suoi cantanti, spalancata a raggiungere ogni angolo della sala; il ritmo quello ora di una parata, ora di un tableau vivant, ora di una lenta processione; l’immagine è un quadro che muta nei colori, si scalda e si raffredda.

E c’è, poi, la parola poetica, restituita dal registro caldo dell’artista ligure attraverso il suo consueto, ipnotico, salmodiare al microfono. Le parole sono quelle di Carlos Drummond de Andrade, Eugénio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Jacques Prévert, Rainer Maria Rilke e Florbela Espanca.

“Questo spettacolo – racconta Pippo Delbono – presenta una duplice visione dell’amore. Da una parte – e sono i testi a prendere voce – ci mettiamo, tutti, alla ricerca di quell’amore, cercando di sfuggire alla paura che ci assale. In questo viaggio si cerca di evitarlo, questo amore, anche se ne riconosciamo costantemente l’urgenza; io lo ricerco, ma anche lo voglio, ed è proprio questo che fa paura. Ma il cammino – fatto di musiche, voci, immagini – riesce poi, forse, a portarci verso una riconciliazione, un momento di pace in cui quell’amore possa manifestarsi al di là di ogni singola paura”.

A tenere insieme un montaggio emotivo mai del tutto pacificato è una grammatica scenica che alterna il pieno al vuoto, il canto alla musica, la voce viva al silenzio, alla ricerca di una rappresentazione onirica ed elegiaca della crudele risacca di distacco e ricongiungimento. Protagonista è l’assenza, è la distanza, è la nostalgia, una mappatura di emozioni che scava nell’animo dell’autore, dei suoi interpreti e dello stesso spettatore, chiamato a cercare sempre con gli occhi ciò che manca e che, inesorabilmente, tarda a manifestarsi.

Amore vuole essere il tentativo di condivisione di un incontro fugace: l’amore è «un uccello rapace» che afferra e porta via e che, così facendo, si presenta come qualità totalmente umana. Le lingue diverse che si abbracciano nella trama sonora sono espressione di questa terra, il Portogallo, che accoglie e che lascia tracce; lo slancio poetico ci ricorda quale forma di rispetto dovremmo sempre offrire a quei moti dell’anima altrimenti sempre messi sotto assedio dalla paura, dalla diffidenza, dalla vergogna.

Amore è ancora una volta il tentativo di portare dentro al teatro la vita. Nominando questa parola, invocandola in maniera laica e sognante, abbiamo forse la possibilità di darle voce e, a lungo grande assente nei discorsi pubblici, liberarla dalla confusione che ha regnato sull’intera narrazione di questa odissea globale, spaventosa, terribilmente umana.

Pippo Delbono

Autore, attore e regista, Pippo Delbono nasce a Varazze nel 1959. Negli anni ‘80 fonda la Compagnia Pippo Delbono, dando vita a numerosi spettacoli che hanno segnato la storia del teatro contemporaneo. L’incontro con persone in situazioni di emarginazione e diversità determina una svolta nella sua ricerca. Nasce così Barboni – Premio Speciale UBU nel 1997 “per una ricerca condotta tra arte e vita”. Da oltre vent’anni gli spettacoli realizzati con la sua Compagnia in un flusso di ricerca continua fra teatro, poesia, musica, cinema e danza, sono presentati in prestigiosi teatri e festival di tutto il mondo, inclusi il Festival d’Avignon, la Biennale di Venezia, l’Holland Festival, l’Hong Kong Arts Festival, il Festival de Otoño, il Festival Grec di Barcellona, il Theater Spektakel di Zurigo, il Wiener Festwochen, il Festival TransAmeriques di Montréal: Il tempo degli assassini, La rabbia, Guerra, Esodo, Gente di plastica, Urlo, Il silenzio, Racconti di giugno, Questo buio feroce, La menzogna, Dopo la bataglia, Orchidee, Vangelo e La Gioia. Nel 2003 Delbono realizza il film Guerra (Mostra del Cinema di Venezia e Miglior film documentario David di Donatello 2004); a seguire: Grido (2006), La paura (Festival di Locarno 2009), Amore carne (68° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2011), Blue Sofa (miglior film alla 32° edizione del Festival International du Court Métrage à Clermont-Ferrand), Sangue (66° Festival di Locarno), La Visite-Versailles (2016) e Vangelo (2017). Nella lirica ha firmato le regie: Studio per Obra Maestra (Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto 2007), Don Giovanni (Teatr Wielki di Poznan, Polonia 2014), Cavalleria rusticana e Madama Butterfly (Teatro San Carlo di Napoli 2012 e 2014), La Passione secondo Giovanni (Teatro Massimo di Palermo 2017) e I Pagliacci (Opera di Roma 2018). Realizza con grandi musicisti i concerti: Amore e carne con Alexander Balanescu, Il sangue sull’Edipo di Sofocle con Petra Magoni, Bestemmia d’amore con Enzo Avitabile e La notte con Piero Corso. Ha pubblicato Barboni – Il teatro di Pippo Delbono, Racconti di giugno, Corpi senza menzogna, Dopo la battaglia – scritti poetico-politici, Sangue. Dialogo tra un artista buddista e un ex terrorista tornato in libertà, L’uomo che cadde sulla terra, Le don de soi. Ha ottenuto il Premio Speciale Ubu per Barboni, il Premio della Critica per Guerra, i Premi Olimpici per Gente di plastica e Urlo, a Wroclaw, Polonia (2009), il Premio Europa per le nuove realtà teatrali e un Premio alla Carriera all’International Theatre Festival IKSV di Istanbul nel 2021.

Aline Frazão è un’artista angolana nata a Luanda nel 1988. Come cantautrice, ha pubblicato quattro album. È autrice della colonna sonora del film angolano “Aria Condizionata” (2020). Oltre alla musica, scrive saggi, racconti e altre rime.

Pedro Jóia inizia a suonare la chitarra classica all’età di sette anni a Lisbona, prima con Paulo Valente Pereira, poi con Manuel Morais, fino al diploma al Conservatorio Nazionale. Ha studiato chitarra flamenca con Paco Peña, Gerardo Núñez e con Manolo Sanlúcar. Compone regolarmente per produzioni teatrali, cinematografiche e televisive. Ha vissuto e lavorato a Rio de Janeiro, dove ha suonato tra gli altri con Ney Matogrosso, Simone e Gilberto Gil. Si esibisce come solista e in formazioni musicali tra cui l’Orchestra Sinfonica Portoghese, l’Orchestra Nazionale del Venezuela, l’Orchestra Classica di Madeira, l’Orchestra Cinese di Macao e l’Orchestra Sinfonietta di Lisbona. Ha suonato e inciso con Mariza, attualmente tra le più grandi interpreti di fado. Nel 2020 ha inciso l’album “Zeca” dedicato a José Afonso, per il quale ha vinto il Premio Carlos Paredes 2021.

Miguel Ramos è nato a Lisbona nel 1976 in una famiglia di cantanti di fado con una lunghissima tradizione. Fin da giovanissimo ha accompagnato il padre Vitor che si esibiva in numerose Case di Fado di Lisbona.
Ha iniziato la sua carriera come fadista a 14 anni presso la Casa di Fado “Os Ferreiras”. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti nei principali concorsi grazie ai quali ha potuto esibirsi nelle principali case di fado in Portogallo e all’estero. Ha collaborato e suonato con i più importanti cantanti di fado professionisti. In teatro ha fatto parte del cast del musical “Amalia” di Filipe La Feria. Nel 2017 ha pubblicato il suo primo album “Aqui na Alma” (Tejo Music Lab). Miguel Ramos è sicuramente uno dei più grandi nomi della nuova generazione del fado.

Joana Villaverde è nata a Lisbona nel 1970, vive e lavora ad Avis (Portogallo). I suoi lavori sono esposti al MAAT Foundation EDP di Lisbona, nella collezione quARTel Fernando Ribeiro, alla Fundação Carmona e Costa di Lisbona, nella Diocesi di Beja (Portogallo) e in numerose collezioni private in Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Regno Unito, Stati Uniti e Palestina.

Tiago Bartolomeu Costa dal 2002 ha sviluppato un lavoro diversificato nel campo delle arti dello spettacolo. Come ricercatore e critico, si è dedicato al rapporto tra linguaggio e discorso. È anche autore e si occupa di coordinare l’edizione di testi e di pubblicazioni specialistiche. In qualità di curatore culturale ha collaborato, come ospite, con numerose istituzioni pubbliche: il São Luiz Teatro Municipal di Lisbona, il Théâtre de la Ville di Parigi, il Teatro Coliseo di Porto, la Cinemateca Portuguesa di Lisbona.

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