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dal 7 al 19 novembre
Fabiana Iacozzilli

TRILOGIA DEL VENTO

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La Classe – Una cosa enorme – Il grande vuoto

regia Fabiana Iacozzilli
produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro VascelloCranpiLa Corte Ospitale
in corealizzazione con Romaeuropa Festival

La trilogia del vento è un trittico in cui Fabiana Iacozzilli si interroga su tre tappe dell’esistenza umana: l’infanzia e il rapporto con i maestri che ci mostrano o ci impongono delle vie da percorrere; la maturità e il rapporto con la genitorialità e la cura e, infine, la vecchiaia in rapporto con il vuoto e il senso della memoria. I punti di partenza sono stati da un lato – e per la prima volta – il dato biografico dell’autrice e dall’altro il lavoro di nutrimento della materia artistica, condotto attraverso le interviste a donne e uomini pronti a condividere una scheggia della propria vita.

dal 7 al 9 novembre
martedì, mercoledì e giovedì h 21

LA CLASSE
un docupuppets per marionette e uomini

uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli | Cranpi
UBU 2019: Vincitore miglior progetto sonoro; nomination per miglior spettacolo di teatro, migliore regia, miglior scenografia
Vincitore Premio della critica ANCT 2019
Vincitore in-Box 2019
Selezione L’Italia dei Visionari – Kilowatt Festival 2019
Vincitore del bando di residenze interregionali CURA 2018
Finalista Premio Tuttoteatro.com alle arti sceniche Dante Cappelletti 2018
Finalista Teatri del Sacro 2017
collaborazione alla drammaturgia Marta Meneghetti, Giada Parlanti, Emanuele Silvestri
collaborazione artistica Lorenzo Letizia, Tiziana Tomasulo, Lafabbrica
performer Michela Aiello, Andrei Balan, Antonia D’Amore, Francesco Meloni, Marta Meneghetti
scene e marionette Fiammetta Mandich
luci Raffaella Vitiello
suono Hubert Westkemper
fonico Jacopo Ruben Dell’Abate
assistenti alla regia Francesco Meloni, Silvia Corona, Arianna Cremona
foto di scena Tiziana Tomasulo, Valeria Tomasulo
consulenza Piergiorgio Solvi
un ringraziamento a Giorgio Testa
un ringraziamento speciale ai compagni di classe

produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, Carrozzerie n.o.t
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura
con il supporto di Residenza IDRA e Teatro Cantiere Florida/Elsinor
nell’ambito del progetto CURA 2018 e di Nuovo Cinema Palazzo
con il sostegno di Periferie Artistiche Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio

DEBUTTO: Romaeuropa Festival 2018

Durata 60’

La classe è un docupuppets con pupazzi e uomini. Un rito collettivo – in bilico tra La Classe morta di Tadeusz Kantor e I cannibali di George Tabori – in cui dei bimbi interpretati da pupazzi rileggono i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarle. Una storia che Fabiana Iacozzilli fa nascere dai ricordi degli anni trascorsi nella scuola elementare all’istituto “Suore di carità” e in particolare da quelli legati alla sua maestra, Suor Lidia.

Queste marionette, questi pezzi di legno, si muovono senza pathos su tavolacci che rimandano a banchi di scuola, ma anche a tavoli da macello o a tavoli operatori di qualche esperimento che fu. Tutto intorno, silenzio. Solo rumori di matite che scrivono e compagni che respirano. I genitori sono solamente disegnati su un cadavere di lavagna ma poi ben presto cancellati. Nel silenzio dei loro passi, questi corpicini di legno si muovono nel mondo terrorizzante di Suor Lidia, unica presenza in carne ed ossa che sfugge alla vista di pupazzi e spettatori. In questa ricerca di pezzi di memorie andate, emerge il ricordo in cui Suor Lidia affida a Fabiana la regia di una piccola scena per una recita scolastica decidendo, forse, insieme a lei, la vocazione della sua alunna.

Dal 10 al 12 novembre
venerdì h 21, sabato h 19 domenica h 17

UNA COSA ENORME

uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli

Spettacolo vincitore Last Seen 2021 Krapp’s Last Post

con Marta Meneghetti, Roberto Montosi
scene Fiammetta Mandich
luci Luigi Biondi, Francesca Zerilli
suono Hubert Westkemper
realizzazione body suit Makinarium (special – visual – effects)
collaborazione ai costumi Davide Zanotti, Anna Coluccia
aiuto regia Francesco Meloni
assistente alla regia Cesare Santiago Del Beato
assistente alla drammaturgia Carola Fasana
fonico Jacopo Ruben Dell’Abate
collaborazione artistica Lorenzo Letizia, Luca Lòtano, Ramona Nardò
foto di scena Manuela Giusto

un ringraziamento a Giorgio Testa

produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, Fondazione Sipario Toscana-Centro di Produzione teatrale, Carrozzerie | n.o.t
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Lazio – Direzione Regionale Cultura e Politiche Giovanili – Area Spettacolo dal Vivo
con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo, Periferie Artistiche Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio, ATCL Circuito multidisciplinare della Regione Lazio per Spazio Rossellini
con il supporto di Nuovo Cinema Palazzo, Labirion Officine Trasversali

DEBUTTO: Biennale Teatro 2020

Durata 90’

Si ringraziano Sheila Heti, Orna Donath e tutte le donne e gli uomini intervistat_ durante il cammino. Le loro storie hanno dato la possibilità di fare luce su una materia ancora così incandescente.

Il desiderio di essere madre e la paura di diventarlo, la capacità di prendersi cura e la difficoltà di generare sono il cuore di questo lavoro.

In scena una donna con una pancia enorme.  La donna si muove nel suo spazio fatto di pochi oggetti tra i quali riesce ancora a essere sé stessa: un frigorifero, una macchina del gas, una poltrona, una pianta morta. La donna è in costante e paranoico ascolto di una minaccia che incombe dall’alto. È incinta da un tempo indefinito e da un tempo infinito cerca di tenere dentro di sé il proprio pargolo, di impedirgli di venire al mondo.

Che peso ha nelle viscere di una donna l’essere o il non essere madre? Che forma o che resistenza accanita assumiamo nel ritrovarci a doverci prendere cura di qualcuno? Che peso ha un figlio e che peso ha un padre morente?

In una lentezza serrata, senza scampo, Una cosa enorme parte dal confronto aperto con l’essere generativo per spostare poi la domanda sull’essere generati. Fabiana Iacozzilli declina le molte interviste fatte nel corso del processo artistico e le parole di Orna Donath e di Sheila Heti sull’essere madri, nel silenzio, fino a dissolvere l’azione scenica in una dimensione installativa.

Dal 15 al 19 novembre
dal mercoledì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17
Prima nazionale mercoledì 15 novembre h 21

IL GRANDE VUOTO

uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli
dramaturg Linda Dalisi
performer Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli e con Mona Abokhatwa per la prima volta in scena
progettazione e realizzazione scene Paola Villani
luci Raffaella Vitiello
musiche originali Tommy Grieco
suono Hubert Westkemper
video Lorenzo Letina
fonico Jacopo Ruben Dell’Abate
aiuto regia Francesco Meloni
assistenti Virginia Cimmino, Francesco Savino, Veronica Bassani, Enrico Vita
collaborazione artistica Marta Meneghetti, Cesare Santiago Del Beato
foto di scena Laila Pozzo

produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, La Corte Ospitale, Romaeuropa Festival
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura
con il sostegno di Accademia Perduta / Romagna Teatri, Carrozzerie n.o.t, Fivizzano 27, Residenza della Bassa Sabina, Teatro Biblioteca Quarticciolo

Durata 90’

DEBUTTO: Romaeuropa Festival 2023

Si ringraziano Luisa Pacilio, Martina Bonati, Martina Tirone, Clara Greco, Benjamin Miller, Mirko Lorusso, Irene Paloma Jona, Marco Ferrara, Beth McCreton

Il Grande vuoto indaga l’ultimo pezzo di strada che una famiglia percorre prima di svanire nel vuoto e, questo dissolversi, è amplificato dal progressivo annientamento delle funzioni cerebrali della madre a causa di una malattia neurodegenerativa. Al progressivo svuotarsi del cervello della madre fa eco lo svuotarsi di esseri umani dalla casa, mentre questa si popola di oggetti, di ricordi che aumentano pesano e riempiono tutte le stanze. Il lavoro trova risonanze e spunti in “Una donna” di Annie Ernaux, e nel romanzo “Fratelli” di Carmelo Samonà ed è il tentativo di raccontare una grande storia d’amore: quella tra una madre, i suoi figli e un padre che muore.

Ne’ Il Grande vuoto la narrazione teatrale si contamina con il video per raccontare che grazie alle fotocamere Tapo e i loro video ad alta risoluzione con visione notturna fino a trenta piedi, un figlio può continuare a vivere la propria vita ed entrare senza essere visto in quella del proprio genitore. Guardare la madre giocare al solitario, fissare la televisione spenta, parlare con persone che non esistono, non farsi il bidet, piangere, stare seduta e ferma sul bordo del letto, passare la notte a tirare fuori dai cassetti fotografie pezzi di carta mutande sporche per poi rimetterli dentro.

Tante le domande che ci hanno spinto a sprofondare in questa materia artistica, ad addentrarci in questa ricerca su cosa rimane di noi e se resta qualcosa di quello che siamo stati mentre ci approssimiamo alla fine, ma una su tutte è forse la più incandescente bella e giusta per il lavoro ed è quella letta in un fumetto della autrice Giulia Scotti: “il punto è trasformare il dolore in bellezza. Ci riusciremo ancora?”

 

Fabiana Iacozzilli
Regista-autrice porta avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica e sulle potenzialità espressive della figura del performer. Collabora dal 2013 con il Teatro Vascello e dal 2017 con Cranpi e Carrozzerie N.O.T. Dal 2011 è membro del LINCOLN CENTER DIRECTORS LAB (Metropolitan di New York). Tra i suoi spettacoli: “Aspettando Nil” con il quale vince l’Undergroundzero Festival di New York; La trilogia dell’attesavincitrice del Play Festival (Atir e Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa); Da soli non si è cattivi. Tre atti unici dai racconti di T. Tomasulo e La classe che vince il bando di residenze interregionali CURA 2018, debutta a Romaueropa Festival 2018 e vince il Premio In-Box 2019, il Premio della Critica ANCT 2019 e ottiene quattro nomination UBU 2019 (miglior progetto sonoro vinto da H. Westkemper). Nel luglio 2020 Una cosa enorme debutta alla Biennale Teatro 2020 e replica a REf2021. Nel 2021 è regista di “Abitare il ritorno” progetto di teatro comunitario ideato da Asinitas inserito in INCROCI (progetto di interscambio tra realtà che usano il teatro come strumento di interazione culturale) e nel progetto di scambio internazionale di pratiche teatrali Literacy Act. Nel 2022 cura la mise en lecture di En Abyme per la Biennale di Venezia 2022. Attualmente cura insieme a CRANPI un progetto di teatro integrato rivolto a giovani performers e giovani donne che soffrono di disturbi alimentari in cura presso Villa Pia-Italian Hospital Group di Guidonia Montecelio (RM). Contemporaneamente è al lavoro sulle sue prossime produzioni del 2023: Il Grande vuoto e En Abyme.